
Entro il 2025, la carne coltivata (nota anche come carne pulita o carne cellulare) ha smesso di essere un esperimento futuristico ed è diventata una realtà commerciale. Con l’approvazione normativa in 12 paesi e oltre 150 startup attive nel settore, questo alimento innovativo promette di ridurre l’impatto ambientale dell’allevamento tradizionale. Ma manterrà davvero le sue promesse o si tratta solo dell’ennesimo greenwashing tecnologico?
Come viene prodotta la carne coltivata in laboratorio?
Il processo, perfezionato negli ultimi anni, si compone di quattro fasi chiave:
- Biopsia indolore: le cellule staminali vengono estratte dal muscolo di un animale vivo (senza ucciderlo).
- Coltura cellulare: le cellule si moltiplicano in bioreattori con un terreno di coltura a base di proteine vegetali.
- Strutturazione: impalcature algali 3D conferiscono consistenza al muscolo.
- Maturazione: fattori di crescita e stimolazione elettrica sviluppano le fibre.
Svolta chiave 2025: MeaTech è riuscita a creare bistecche con marezzature di grasso identiche a quelle della carne bovina convenzionale.
Le ragioni a favore: la potenziale soluzione salvatrice
Impatto ambientale inferiore del 90%:
- Riduce l’uso del suolo del 95%
- Riduce le emissioni di metano dell’87% (dati FAO 2024)
Vantaggi etici:
- Zero macellazione di animali
- Elimina l’uso preventivo di antibiotici
Efficienza alimentare:
- Produzione in 3 settimane contro i 2 anni necessari per allevare un bovino
Nuovi prodotti: ibridi di carne e vegetali con un profilo nutrizionale migliore.
Critiche e sfide irrisolte
Problemi di scalabilità:
- Solo lo 0,01% della carne globale viene coltivata (nonostante investimenti multimilionari).
- Gli attuali bioreattori producono solo 50 kg al giorno (contro i 1.500 kg degli allevamenti intensivi).
Dipendenza energetica:
- Se l’elettricità non fosse rinnovabile al 100%, l’impronta di carbonio potrebbe essere pari a quella dell’allevamento di bestiame.
Avversione culturale:
- I sondaggi mostrano che il 62% dei consumatori è ancora diffidente (soprattutto nei paesi carnivori come Argentina e Stati Uniti).
Costi:
- Una bistecca fermentata costa 11 dollari (contro i 3,50 dollari di una convenzionale), sebbene sia scesa rispetto ai 300.000 dollari del primo hamburger del 2013.

Situazione attuale nel 2025
- Singapore: leader mondiale con 30 ristoranti che servono carne coltivata.
- Stati Uniti: l’USDA ha approvato la vendita di pollo coltivato da Upside Foods.
- UE: in fase di valutazione, con la forte opposizione delle lobby zootecniche.
- Israele: sussidi statali per ricerca e sviluppo; sperano di diventare un esportatore chiave.
Cosa dicono gli esperti?
- “Potrebbe coprire il 30% del mercato entro il 2035” (Bruce Friedrich, GFI).
- “Senza una regolamentazione rigorosa, andrà a vantaggio solo delle multinazionali” (Vandana Shiva, attivista).
Alternative in corsa
- Proteine vegetali (Beyond Meat, Impossible Foods).
- Fermentazione di precisione (come l’emoproteina di Motif FoodWorks).
Cosa puoi fare
- Testare i prodotti in città all’avanguardia (Singapore, Tel Aviv).
- Pretendere trasparenza: specificare la fonte cellulare e l’impatto ambientale effettivo.
- Confrontare gli impatti: utilizzare calcolatori come il Meat Footprint Calculator.
“Non è una soluzione perfetta, ma è la soluzione meno peggiore per sfamare 10 miliardi di persone.” — Mark Post, creatore del primo hamburger fermentato.